Sappiamo riconoscere chi mente?



Molti pensano di saper capire al volo se gli si sta mentendo o no.

In realtà, pur esistendo, questa capacità è piuttosto rara e alcune ricerche hanno mostrato che in media le persone riescono a distinguere che mente e chi dice la verità non più del 50 per cento delle volte, ossia non abbiamo molto più "fiuto" di una monetina lanciata per aria.

Alcuni psicologi hanno sviluppato una strategia che permette di migliorare questa deludente prestazione.

Le bugie, osservano, richiedono di elaborare più pensieri contemporaneamente (inventate una storia, tenerla a mente in assenza di ricordi reali, controllarne costantemente la plausibilità e la coerenza con altri fattori noti), un compito che il cervello fatica a eseguire.

Per far crollare il castello di carte del bugiardo basta quindi aggiungere un piccolo carico di lavoro al cervello.

A volte basta il classico: "Ripetilo guardandomi negli occhi", perché lo sguardo, mezzo di comunicazione privilegiato nella nostra specie, impegna automaticamente risorse mentali e distrae dalla narrazione.

Ma molto più efficace è chiedere di ripetere la storia sospetta partendo dalla fine: le incongruenze saltano fuori molto più facilmente, tanto che un test sperimentale ha mostrato che in questo modo la capacità di identificare le fandonie aumenta almeno del 20 per cento.


Tratto da un bell'articolo di Gianbruno Guerrerio su Sapere & Salute, nov. 2012

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