Le funzioni del linguaggio...


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Inizialmente il linguaggio ha una funzione sociale e comunicativa (chiedo, informo, condivido, ecc).

Successivamente, esso assume anche una funzione intrapsichica che permette di utilizzare la parola come strumento di autocoscienza (secondo le teorie di Vygotskij, psicologo cognitivista).

L'evoluzione del linguaggio a dialogo interiore avviene mediante il passaggio da una fase transitoria, che solitamente va dai 2 ai 3 anni, e che viene denominata "linguaggio egocentrico" poiché il bambino parla con sé stesso ma in modo ancora esteriore, non curandosi di chi gli sta attorno.

Solo successivamente il linguaggio diventa completamente interiorizzato.

Il linguaggio ha, quindi, una duplice funzione: da un lato è strumento di comunicazione e scambio sociale, dall'altro è uno strumento del pensiero, che contribuisce a programmare e guidare il comportamento.

Per il bambino, dunque, il parlare da soli è un comportamento che rientra nelle tipiche fasi di sviluppo e che svolge un importante compito intellettivo.

Quando si parla da soli ecco quindi che si va a ripetere una modalità già utilizzata in passato: ma perché accade questa riattivazione?

Concentrarsi
Esprimere un concetto ad alta voce permette di focalizzare meglio l'attenzione, portando così a una migliore comprensione, riflessione e memorizzazione; la memoria di lavoro, infatti, può ricevere un aiuto considerevole nel momento in cui le informazioni vengono espresse a voce alta.

Sfogarsi
L'esigenza è quella di lasciare fluire liberamente i pensieri e di esprimere idee ed emozioni permettendo uno scarico emotivo (tensione, ansia ma anche grande gioia).

Parlare da soli in questo caso dà modo di liberare dell'energia in eccesso.


Fonte: Più Sani Più Belli, febbraio 2015

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