Vestirsi e sapersi vestire

La differenza tra vestirsi e sapersi vestire, nell'ottica dell'argomento che tratta questo libro, è assai semplice.

Vestirsi significa coprire il proprio corpo al fine di proteggerlo, di non offendere il pudore altrui e di svolgere le attività desiderate o necessarie.

Sapersi vestire significa invece utilizzare lo strumento abbigliamento in modo coerente alla propria personalità, alle occasioni da vivere e all'immagine di se stessi che si desidera presentare agli altri.

Racconta il responsabile della Tmc, un'agenzia che seleziona manager per le aziende:

"Il vestito non è decisivo, ma a volte può pesare. Mi spiego con un esempio. Ricordo di un manager selezionato da noi, uno che sembrava in gamba, perfetto, che è arrivato al colloquio con il cliente, cioè con la persona che lo doveva assumere, in maglietta e blue jeans.

Il colloquio non è stato brillantissimo e a quel punto il jeans è diventato decisivo: non assunto. Ed è stata giusta quella decisione? Probabilmente sì. Non ha riflettuto sulla relazione tra abbigliamento e circostanza. Imperdonabile."

Il manager, il professionista, si rivela e si traduce attraverso la sua Vestibilità, prima ancora che attraverso la sua Verbalità.

Dal momento che non si va in giro nudi, l'abito è ciò che gli altri vedono di noi prima ancora di conoscere il nostro nome ("Chi è quel signore con la giacca blu in fondo alla sala?").




Tratto da quello splendido libro intitolato: Il marketing di se stessi, di Riccardo Varvelli e Maria Ludovica Varvelli

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